tanti pennelli da trucco

La mia routine di bellezza

– Maaamma!-

Fai finta di niente, fai finta di niente, fai finta di niente!
Lo Yoga mattutino non è stata una buona idea , devo ricordarmi di puntare la sveglia alle due di notte la prossima volta.
Mi sono svegliata all’alba , c’era ancora buio, son scesa dalle scale senza accendere la luce e picchiando- come sempre- il mignolino contro lo stipite del divano. Non ho nemmeno urlato stavolta, ho soffocato l’imprecazione dentro, molto dentro- spero che Nostro Signore stia ancora dormendo.- Ho resistito a non desistere e pur avendo la scusante dell’infortunio, piena di grande forza di volontà ho cominciato subito a srotolare il tappetino.
Ecco, proprio ora che mi è venuto un triangolo perfetto, che sono assorta nella pace della pratica, l’urlo – Di Munch?-
Ok, respira e sorridi, sorridi e respira ,c’è il silenzio attorno a te: pace e silenzio.
– Maaaaaaaaamma?-
Bene, la mia pratica finita. Si comincia la guerra.
Alice ha cinque anni, un faccino d’angelo, una voce ad ultrasuoni e, se non bastasse, una sorella: Daria, di quattro anni. Con una ti puoi ribellare ma due sono una bomba nucleare.
Eccole, appaiono sulle scale.
– Mamma, ho fame –
Ok, è ora : pronti partenza, via!
Tavola apparecchiata, torta tagliata, latte versato – giusto , tu vuoi i cereali, li prendo fuori. Sì il latte è freddo, sì, questa è la tua tazza, no, non ci ho messo il cioccolato, adesso faccio: cioccolato aggiunto. Sì, ok lo vuoi mettere tu, scusa, no, non piangere, tieni il cucchiaio, e basta piangere, aggiungi sto cioccolato, no? Mamma si va a fare la doccia, non litigate.-
Stanno litigando, aumento il getto della doccia come fosse uno stereo, così non le sento. Inutile, le sento.
Esco dalla doccia, la crema giovedì, non ho tempo.
I capelli sono un disastro: poco male, accendo il phon, fa molto più rumore della doccia. Niente , non basta, le sento lo stesso.
Esco, le guardo. Non han mangiato quasi nulla , in compenso sono tutte sporche. Aiuto!
Caccio due urla e minaccio di toglier la colazione. Ripartono.
Vado a cambiarmi al volo, oggi 23 secondi meno di ieri: sto migliorando davvero.
Sento che si accapigliano, torno giù. Caccio altre due urla e le mando in bagno a lavarsi. Gara degli spazzolini – No è più bello il mio, no , il mio, mamma è vero che è più bello il mio? Lei dice che è più bello il suo- Ok, posso saltare anche la crema per la faccia, la metterò stasera.
Le trascino di peso verso il divano e comincio a vestirle, determinata. Una scappa a destra, una a sinistra. Ho il contapassi al polso, facciamo che vale come allenamento alternativo. Adesso i capelli, devo far loro la coda : una scappa a sinistra, l’altra adesso a destra. Sto sudando e sento i capelli che si arricciano: farò anche io una coda. -Continua- mi dico- Chi comanda: tu o loro?-
……Loro.- Sento una vocina flebile dentro di me. La ignoro.
– Mettetevi le scarpe, su, la mamma va a truccarsi un attimo. –
Una volta ero una maga del trucco sofisticato. Ora di sofisticato mi è rimasto solo l’appuntamento per lo smalto gel che mi aspetta dall’estetista da due mesi.
Mi concentro.
Copriocchiaie,- grazie a Dio – fatto.Terra abbronzante – Non ci credo, evvai!- Fatto.
Appoggio la matita sull’occhio e le sento di nuovo: adesso la questione è su chi abbia i sandali più belli , tra l’altro: sono uguali.Sospiro. La matita la metterò domani. Chiudo il trucco con un po’ di mascara , a tutto c’è un limite; manco a buttare la spazzatura andrei senza.
Ecco, siamo pronte.
Le guardo: stanno sorridendo. Sono bellissime. Sorrido anche io.
Forse non avrò il trucco migliore della storia, ci ho rimesso un mignolo e ho la pelle secca. Indosso però, lo sento, il mio miglior sorriso, quello che solo loro sanno accendere: il sorriso dell’amore.
Riempio i polmoni d’aria, finisce l’apnea da nervoso.
Ce la posso fare, posso andare a lavorare:è finalmente lunedì !

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