Delorean

UN VIAGGIO SULLA DELOREAN CON MARTY MCFLY

Sei nato negli anni 70 come me?

Oddio, forse a pensarci bene non volevo cominciare dicendoti la mia età , ma ormai, il danno è fatto.
Poi a mia discolpa potrei dirti che sono nata ALLA  FINE degli anni 70, quasi 80 per essere precisa.

Comunque..

Se sei nato alla fine degli anni 70 come me, ricorderai benissimo la macchina di “Ritorno al futuro”, la meravigliosa macchina del tempo che permetteva al  protagonista “Marty Mc Fly” di poter saltare da un’epoca all’altra per poter migliorare la sua vita presente.

In realtà , il suo impatto sul tempo causava sempre una certa quantità di situazioni spiacevoli, tipo il dover
flirtare con la stessa madre (roba che a pensarci mi fa venir la pelle d’oca fin sopra le doppie punte dei capelli).

Ciò che mi ha sempre affascinata del film, era la parte in cui montava sulla macchina e con una semplice impostazione dello schermo , riusciva a proiettarsi in un battibaleno in una vita differente.

Ti piacerebbe? A me tantissimo. Ti farebbe paura? Sicuramente.

Siamo tutti uguali sotto questo profilo, nessuno di noi affronta un cambiamento senza una necessità reale, non io, non tu, non Marty McFly.

La nostra necessità è sempre e comunque quella di migliorare qualcosa che ci sta stretta; che sia uno
stipendio, una situazione sentimentale, una modalità di lavoro alienante, un posto geografico che non
ci piaccia, una forma fisica che non ci soddisfi, un bisogno di migliorare la nostra salute..

Ti ritrovi?

Riguardo quanto appena detto, ho notato una cosa, una caratteristica umana piuttosto ricorrente.
L’ho definita “capacità di alienazione”

Di che cosa si tratta?

Si tratta della capacità di “prendere le distanze da qualcuno o da qualcosa”.

Da cosa prendiamo le distanze quando non agiamo per cambiare una condizione che ci turba?

Prendiamo le distanze da ciò che sentiamo come problema, per dirla in modo diretto e senza fronzoli:

Prendiamo le distanze da noi stessi.

Sì perchè quando fingiamo di non sentire quella vocina interiore che prima sussurra e dopo urla ” sto male”,
non stiamo tutelando la serenità della nostra vita, stiamo al contrario soffocando un pezzo di ciò che
crediamo, un pezzo di ciò che siamo.

Ho idea che l’essere umano sia molto vicino alla perfezione a livello potenziale. Esso ha molte risposte
già scritte dentro di se.

Vero è che se mi metto sul divano e guardo “Uomini e donne ” (sì, lo ammetto, l’ho fatto, lapidatemi) al fine di poter staccare per qualche ora il mio cervello dalla testa e non pensare a niente, cosa sto veramente facendo?

Sto rimandando il problema a domani.

Se mi faccio due o tre spritz con gli amici, per sentire quella leggerezza goliardica che mi cancella per qualche
ora l’ansia del lunedi, cosa sto veramente facendo?

Sto rimandando il problema a lunedì.

Io non penso che tutto si possa cambiare, come sono convinta che in realtà ognuno di noi abbia la necessità
di farlo su almeno un aspetto della propria esistenza.

Siamo tutti le “giraffe dal collo corto” del nostro amico
Darwin, io, tu, Martin McFly.

Lo so, ti capisco , è molto più rassicurante essere omologati agli altri, fingere che tutto vada bene..
Ma va veramente tutto bene?

Non è che l’unica omologazione in comune che abbiamo con gli altri animali della nostra specie sia quella
di trovare un modo per cambiare in meglio le nostre condizioni di vita?

Se tu adesso possedessi una lucidissima Delorean ,cosa cambieresti?

Pensaci.

Ora ti saluto, devo andare a cancellare la puntata di “Uomini e donne ” che ho registrato ieri, su My Sky.

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