Alla fine è tutto un gioco e, se me ne fossi accorta prima, forse mi sarei divertita di più. Per esempio le mattine di scuola quando le mie figlie saltavano sul letto ed io urlavo isterica per farle sbrigare.

Alla fine è tutto un gioco

Alla fine è tutto un gioco e, se me ne fossi accorta prima, forse mi sarei divertita di più.
Per esempio le mattine di scuola quando le mie figlie saltavano sul letto ed io urlavo isterica per farle sbrigare.
Guardale ora, se le trovi; adulte impegnate che mi vengono a trovare una volta a settimana, per il pranzo domenicale.
Ma una volta mi hanno portata al parco giochi con le mie nipoti e finalmente ho sentito di poter recuperare..
Almeno un pochino.
Alla fine è tutto un gioco, anche quando mi hanno tagliato la frangia così corta che mi sarei messa a piangere dalla rabbia.
Adesso ho i capelli lunghi ma quasi tutti bianchi.
Da ragazza ho lottato così tanto per voler essere grande che ora che lo sono eccome, mi sembra ridicolo non essermi goduta quel momento in cui potevo ancora girar con le trecce.
Mi guardo le mani grinzose e mi accorgo che ciò che desideravo è accaduto in un battibaleno.
Alla fine è tutto un gioco: anche i miei amori capricciosi, i batticuori, la rabbia e la paura di volare mi sono sembrati così grandi da non mollare mai completamente gli ormeggi.
Ed è vero che non mi sono mai fatta davvero male ma mi piacerebbe sentirlo ora, un po’ di quel languido dolore.
Ho scelto di vivere da sola, eccezion fatta di una gatta che adoro sentir miagolare.
Però quando faccio una battuta, anche buona, nessuno la può sentire.
Ma ciò che mi manca più di tutto sono le persone che mi hanno regalato davvero il loro cuore.
Mi manca mio padre, il cui carattere melodrammatico e dolciastro mi faceva sentire perennemente in difetto.
Passavo il tempo nell’inutile sforzo di dire qualcosa che lo facesse cambiare d’umore.
E mia madre?
Dotata di un dialogo così lento e prolisso da farmi perdere la pazienza ogni qualvolta esprimesse un parere (immancabilmente discordante dal mio).
Loro mi mancano da morire, per quello che erano, non per quello in cui li avrei voluti trasformare.
Darei tutto ciò che ho per poterli avere vicini un ultimo attimo ancora.
Li ascolterei rapita e poi li prenderei per mano, guardando gli occhi anziani di chi è diventato padrone di una verità che io ho tardato a scoprire.
Le persone sono ciò che sono, non le devi cambiare..
“Non ho tempo” era la mia frase preferita.
Ora che il tempo l’ho trovato, non ci son più loro.
Non c’è più neanche la mia amica del cuore; se l’è portata via un brutto male.
La guardavo sdraiata nel suo composto ultimo saluto e non riuscivo a non pensare all’ennesima risata insieme, pochi giorni prima che se ne andasse davvero.
Con lei però avevo fatto in tempo a diventare più saggia, a donarle amore e tempo, senza risparmiare.
Tutto è un gioco.
Noi siamo un gioco, io sono un gioco, tu sei un gioco.
Siamo pennellate di colore che arricchiscono lo sconfinato disegno finale.
Ora che l’ho capito non mi fermerò ad aspettare che mi tolgano il pennello di mano.
Ho tenuto il mio biglietto per il mare, anche se la mia amica non può più venire.
– Vado via per tutte e due- Penso, mentre aspetto l’autobus felice, perchè sta sorgendo il sole.

4 commenti
  1. vittorio
    vittorio says:

    E’ proprio un gioco.
    Per fortuna tu non hai ancora i capelli bianchi…
    Puoi ancora goderti le due piccole che ti saltano sul letto prima di andare a scuola…
    Puoi godere dei melodrammi del tuo papà ed acquisire la pazienza di ascoltare quella prolissa di tua madre.
    Puoi ancora godere di tutto quello che hai ancora…
    Continua a giocare senza perdere di vista le cose importanti.
    Un bacio!

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