Mani che brindano insieme

L’aperitivo veloce

L’ aperitivo veloce è un classico per me e le mie amiche; in realtà penso per molte compagnie.
Quando decidiamo di uscire tutte insieme , partiamo con l’organizzazione almeno un mese prima.
Tra il momento in cui abbiamo cominciato ad accordarci e quello in cui poi ci siamo viste, una volta una di noi che era single, è quasi riuscita a partorire.
La verità è che abbiamo sempre un sacco di impegni, alcuni dei quali anche di una certa portata: il parrucchiere per l’ultimo taglio bob, l’apertura serale del super negozio del biologico, miliardi di cene prepagate e prenotate con Groupon, la prole da portare ad un compleanno, al cinema o ai quali asciugare il moccio per l’ennesima influenza.
Poi, quando ormai ogni speranza sembra essere perduta, accade.
Nel momento stesso in cui l’orbita della cometa di Halley incrocia la terra lasciando una scia luminosa di detriti Orionidi, noi “ragazze del 76/77” (mi uccideranno, già lo so) finalmente troviamo un buco in agenda che consenta a tutte di fiondarsi fuori di casa .
Stavamo pensando di creare un bel file di Excel, con un algoritmo miracoloso che potesse aiutare il fato ma, la sequela di messaggi vocali e scritti su whatsapp è così divertente da non averci ancora fornito una ragione sufficientemente valida per farlo.
Forse inventeremo un’APP, anzi, nel caso qualcuno lo faccia, gradiremmo una percentuale sui diritti d’autore.
Ed ecco che, battezzato l’appuntamento, parte la solita, ormai ridicola raccomandazione:
– Che sia un aperitivo veloce però eh? Io vorrei tornare a casa presto.-
Questa frase, all’apparenza così innocua, è in realtà più pericolosa di una donna col ciclo all’inaugurazione di un negozio di dolci.
I nostri “aperitivi veloci” durano in media dalle 4 alle 8 ore e, quando ritorniamo a casa non siamo mai uguali a quando ci siamo infilate il paio di tacchi per guadagnare la porta con la spinta di una centometrista.
I preziosi neuroni, dopo birra e confidenze segretissime (di solito sparate in bagno senza preavviso), ci lasciano con la stessa velocità di un “provolone” alla cui domanda -Sei single?- rispondi che sei madre di 5 figli.
Vi faccio un esempio: l’ultimo dei nostri “aperitivi veloci” è finito alle due di notte e, nel corso del tempo passato insieme, ho assistito ad una ruota più verticale in piazza che manco Yuri Chechi quando era in forma.
Si è sfiorata la rissa per chi tenesse il microfono in una gara improvvisata di karaoke (non sono neanche sicura fosse un microfono piuttosto che un gambo di sedano).
Abbiamo parlato senza pause per così tante ore che in confronto, il rosario di maggio del mio viale sembra il gioco del silenzio.
Il problema è che non riusciamo a tornare a casa finché non abbiamo finito di raccontare tutto ciò che dovevamo esprimere e quando dico tutto, intendo TUTTO.
Ormai la definizione di aperitivo veloce è così famosa che ci hanno coniato pure diversi gruppi su whatsapp.
Ad un certo punto della serata, in quell’unica frazione di secondo nella quale appare un miracoloso secondo di silenzio, una di noi guarda l’orologio e chiede “Ma che ore sono?”.
Questo è il momento peggiore perchè ci si accorge che il nostro incontro è giunto agli sgoccioli e il nostro sonno sarà privato di molte ore preziose.
L’aperitivo veloce è una chimera, un mostro a tre teste che si chiamano rispettivamente risata, confidenza ed amicizia.
Così, molto più vicine ad un’alba di quanto non lo siamo nella vita quotidiana, torniamo a casa, preoccupate per il sonno micidiale che ci colpirà il giorno dopo, nel bel mezzo di una riunione di lavoro o quando i nostri figli ci batteranno energicamente in testa per la colazione.
E’ risaputo ormai che i pargoli la notte non dormano, piuttosto si mettano sotto carica.
Poi, malgrado le pessimistiche aspettative, la giornata successiva comincia con energia e tu ti scopri a metà mattina con la forza di un leone mentre sorridi sulla sequela di discorsi a caso su whatsapp riguardo ciò che ancora, ognuna di noi, deve finire di dire.
L’aperitivo veloce è la mia serata preferita, ma di veloce non ha proprio nulla in quanto non finisce quando si appoggia la testa sul cuscino.
Esso finisce dopo circa due o tre giorni, quando tutte le stupidate accadute e le battute scambiate, avranno smesso di generare gli echi di scroscianti e rotonde risate.

3 commenti
  1. barbara
    barbara says:

    Quello che succede nei tuoi aperitivi veloce neppure in un film di satira… :-)
    ….. perché non succede micca a tutti di utilizzare un sedano x microfono!!!! O vedere ruote e verticali alla Yuri Chechi!!!! Però è così. .. e non è il poco tempo passato x i milli motivi a unire per quelle 4/8 ore…. è che quando le amiche stanno bene, stanno bene sempre!!!

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