Un bimbo contro un'arma spianata

Ognuno di noi possiede un’arma ed uno scudo

Ognuno di noi possiede un’arma ed uno scudo e può decidere quale usare per primo.
Questo è l’articolo che nessuno al mondo vorrebbe scrivere perché già nel significato intrinseco della parola “arma”, risiede tutto il fallimento del nostro tempo.
Tutto ciò che ci sta accadendo attorno però ci impone una scelta e, proprio nella stessa, sta la nostra ultima possibilità di cambiare le cose; in meglio o in peggio.
Il secondo Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America sancisce il diritto di ogni cittadino di possedere armi al fine di difendere territori, case, famiglie.
Gli incidenti domestici, causati da questo possesso, sono all’ordine del giorno.
In alcuni Stati dell’Africa l’uso delle armi viene violentemente imposto anche ai bambini; carne da macello per guerre di cui non sanno riconoscere neppure il significato.
L’Italia è nona nel business della loro esportazione ed esse vengono destinate principalmente ad Algeria, Turchia ed Israele.
A capo della classifica degli esportatori degli armamenti i tre leader sono USA, Russia e Francia.
Il loro commercio è un Business che cuba in totale oltre cento miliardi di dollari; troppi soldi per volervi rinunciare.
I terroristi dell’Isis, quelli che ci hanno svegliato dal nostro sonno bacco di privilegiati del mondo, quelli la cui terrificante fama ci fa’ tremare le gambe al solo pensiero, utilizzano armi provenienti da USA, Russia e Cina.
Che siamo noi stessi a fornire la possibilità di essere trucidati dai nostri nemici, ormai non è più un grande segreto.
Siamo all’interno di un circolo vizioso così complesso ed autodistruttivo da non poterci più permettere il lusso di dichiararci vittime, perché siamo assolutamente conniventi.
Magari non io o tu e magari non in modo consapevole ma, negare l’evidenza, permette a chi ne trae i maggiori vantaggi, di continuare indisturbato a coltivare denaro usando il sangue come fertilizzante.
La paura è un’arma usata contro di noi.
E’ quella che ci fa’ desiderare di radere al suolo intere nazioni al solo scopo di sentirci sicuri al caldo delle nostre case.
Ma per radere intere Nazioni sapete cosa servono?
Armi.
L’ignoranza è un’arma usata contro di noi.
E’ quella che non ci fa’ guardare in faccia tutti gli attori responsabili di questo orrendo gioco e ci porta a condannare esclusivamente la mano ambrata di chi preme un grilletto o fa’ esplodere una bomba.
Finché soffriremo dell’una e dell’altra saremo non solo ricattabili, ma diventeremo i principali strumenti di offesa verso la nostra stessa incolumità.
Sono convinta che la mia generazione sia ormai destinata a morire in assenza di pace, condizionata dalla paura e corteggiata dal bisogno di quell’ignoranza dei fatti, che ti permette di dormire la notte.
Chiudere gli occhi è l’unica cosa che ci allevia dalla pena del convivere con questo orrore insieme al puntare il dito e urlare “Distruggeteli tutti!”.
Ci aiuta pensare che esistano delle entità al di sopra di noi che ci possano difendere ma, in realtà, alcune sono le stesse che hanno interesse nel farci massacrare.
Chi sbaglia deve pagare, chi uccide deve essere messo in condizione di non poterlo fare più ma, puntare tutto su questo, non risolverà le cose.
Si tratta di un mostro a mille teste e, decapitarne una sola, non lo renderà meno offensivo.
Quindi, com’è possibile che in tutto ciò non esista una via di fuga percorribile?
La verità è che esiste ma è piuttosto scomoda in quanto dobbiamo accettare il fatto che, noi direttamente, non potremo apprezzarne i benefici.
Dobbiamo rassegnarci al continuare a tremare di paura per la nostra vita e per quella dei nostri cari.
Dobbiamo quindi “piantare un albero della cui ombra non potremmo godere”.
Dobbiamo sacrificare il nostro pregiudizio e sforzarci di essere molto diversi da come ci vogliono.
Dobbiamo sforzarci di dire “io non gioco più, qualsiasi cosa mi accada”.
Dobbiamo portarli a screditarsi da soli, a farsi vuoto intorno, a non trovare più risorse disposte ad immolarsi alla causa.
Dobbiamo essere armaioli di strumenti di difesa molto più autorevoli delle armi con le quali ci combattono.
Molti di noi in casa convivono con gli scudi più efficaci che si possano costruire: sono i nostri figli, la resistenza più potente che esista al mondo.
La guerra non finirà oggi e nemmeno domani.
Finirà soltanto quando il seme di ciò che abbiamo piantato avrà il tempo di crescere e diventare un adulto più illuminato di quanto ci stiamo dimostrando noi in questo momento storico.
Se pianteremo odio ed intolleranza cresceranno odio ed intolleranza.
Se pianteremo cultura, rispetto e minor bisogno di dipendere da ciò che non è realmente essenziale, guadagneremo sempre più pace.
Né oggi e né domani purtroppo, ma è da adesso che possiamo cominciare a seminare.
Non insegnate ai vostri figli che gli “uomini cattivi” vanno uccisi anche a costo di vite innocenti perché saranno proprio i vostri figli quelle vite innocenti di cui state parlando.
Insegnategli a leggere un libro, a chiedersi sempre la ragione delle cose, a capire perché esistano culture e persone così difficili da comprendere.
Insegnategli che la diversità è una risorsa e non sempre un mostro da abbattere, anche perché proprio da questa diversità verranno circondati; non c’è barriera che tenga.
Insegnategli il rispetto verso chi è più grande di loro o verso chi è meno fortunato di loro.
Insegnategli che non ci si può affrancare completamente dalla violenza ma si può decidere di non utilizzarla come prima risorsa.
Insegnategli il potere del perdono, che depura il corpo da scorie estremamente nocive per chi le fa’ sedimentare dentro di sé.
Insegnategli che la morte purtroppo fa’ parte del gioco.
Insegnategli che una mente brillante ha più peso di due forti braccia.
Davide non sconfisse Golia con la forza, lo sconfisse con l’astuzia.
Insegnategli che l’amore e la compassione non sono sentimenti appartenenti ai deboli perché aprirsi a chi ti può ferire, vuol dire vincere sulla paura di vivere.
Insegnategli a difendersi, ma senza diventare l’arma cieca della stessa entità che vogliono combattere.
Armateli di speranza e di coraggio, anche se vi tremano le gambe per la paura di perderli.
Insegnategli a dire di no a ciò che non reputano giusto, malgrado sia estremamente attrattivo.
Insegnategli che non esistono scorciatoie che prima o poi non si paghino con il doppio della moneta.
Insegnategli che non sempre nel branco risiede la verità e soprattutto.. Regalategli l’ultimo pezzo della vostra fiducia nell’essere umano.

5 commenti
  1. Vittorio
    Vittorio says:

    Vorrei condividere il pensiero di un amico in risposta a quanto ha scritto Claudia. L’amico, Fabio, non ama i social network e per questo mi ha chiesto, se lo voglio, di pubblicare il suo pensiero. In questo caso LO VOGLIO!

    Fabio:
    Bello.
    Purtroppo nulla di nuovo, che la violenza generi solo altra violenza è una storia vecchia come il mondo. Sulla quale sono stati scritti fiumi di parole, poesie, canzoni, che tutti hanno sentito, cantato, ballato ma poi quando si tratta di metterle in pratica…. quando sei tu quello coinvolto, come reagisci, quando sono i tuoi figli ad essere coinvolti come reagisci. Cosa diremo e cosa faremo quando le bombe cadranno a Roma, e guarda che non ho detto “SE” ma “QAUNDO”, perché accadrà e non possiamo fare nulla per evitarlo.

    Credo che in ogni caso qualche domanda dobbiamo porcela, come mai ci sono persone disposte a compiere certi atti? Perché alla fine che compie l’azione è sempre una persona, un interesse economico non copie azioni, al limite le provoca.
    Che cosa è in grado di spingere una persona ad andare in mezzo alla gente e mettersi a sparare. Guardando in faccia la persona che sta uccidendo. Non è come mettere una bomba o farsi esplodere dove non devi cercare un bersaglio, lo fai premi
    Un pulsante e chi prendi, prendi e basta.
    Non credo ci siano droghe o indottrinamenti che possano convincerti a fare certe cose. Deve essere qualcosa di più profondo, qualcosa di malato dentro la nostra società, forse dentro noi stessi. Perché le persone che compiono certi atti non sono profughi o rifugiati ai quali i signori della guerra di una o dell’altra parte hanno tolto tutto e non hanno più nulla da perdere se non provare ad alleviare la proprio pena con la vendetta. Sono persone vissute e cresciute affianco a noi, magari ai margini delle società ma in ogni caso non lontano da noi. Allora perché tutto questo odio e soprattutto con tale ferocia?
    Sicuramente ad alimentare certe cose ci sono interessi economici, i signori dell’ISIS, hanno sicuramente interesse ad alimentare l’odio per poter continuare la loro guerra, dalla quale otterranno sicuramente enormi profitti economici. Io guardo più in basso alla fine a compiere fisicamente certe azioni sono delle persone e mi chiedo cosa è che fa diventare le persone così.
    Credo che, come per appiccare un incendio sono necessari un combustibile ed un comburente, gli interessi economici legati a questo siano sicuramente il combustibile ma il combustibile da solo non fa nulla, ha bisogno di un comburente, e il comburente potremmo essere noi, noi con il nostro stile di vita, il nostro ostentare, il nostro ritenerci sempre nel giusto, questo potrebbe essere il comburente che innesca l’incendio. Come diceva mia nonna, “una mela non cade molto lontano dall’albero”.
    La mia è solo una riflessione, certo quando sento affermazione tipo “l’unica soluzione è sterminarli tutti”, non posso che vergognarmi per chi pronuncia certe parole, vergognarmi per non essere in grado di controbatte in modo efficace certe affermazioni. In ogni caso anche affermazioni come “non abbassiamoci al loro livello, noi siamo meglio di così” mi stonano un poco, non mi convincono, abbiamo comunque la convinzione di essere nel giusto, di essere solo delle vittime. Forse vale la pena farsi una domanda: “Tutti mi buttano le noccioline, potrebbe anche essere che sono una scimmia”?
    —-

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  2. Vittorio
    Vittorio says:

    Complimenti, Claudia, hai scritto un articolo bellissimo che vorrebbe letto anche da molti nostri politici dal momento che sonoproprio molti di loro che cercano di tenere il popolo nell’ignoranza.

    Rispondi
    • Maria Romeo
      Maria Romeo says:

      Non si può estirpare la violenza neanche dentro di noi.Puoi solo limitarla e crescere per vivere scegliendo il più possibile di farlo al meglio.Non ammazzare la speranza serve a dar scopo alla vita. La vita è una scommessa meglio viverla in prima persona.

      Rispondi

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