bimbe che corrono felici

Quando siete felici, fateci caso

Quando siete felici, fateci caso.
Ma chi se ne frega se non è sempre domenica, se la pasta è scotta o se avete appena guardato il meteo e domani mette pioggia!
Gli anziani affermano che non ci sia nulla di irrecuperabile a parte la morte, ed i bambini ridono molto più tempo di quanto ne impieghino a piangere.
Allora cos’è?
E’ quest’età di mezzo che ci distrugge l’umore?
Dovremmo sapere che entro pochi anni possiamo morire o che esiste qualcosa di molto peggio di ciò che carichiamo sulle spalle per poter godere del nostro avere?
Io non voglio più perder tempo in cose meno importanti di una bolla di sapone soffiata per aria.
Non mi va’ più di arrabbiarmi o di lamentarmi.
Voglio un arcobaleno ed un sacchetto di baci, quelli che curano le ferite.
Non mi interessa quanta retorica trasudi tutto quello che sto scrivendo..Voglio anche quella, ne voglio tanta, la voglio tutta io.
Quando mi fermo sulla panchina a guardare i bambini che giocano al parco, mi verrebbe voglia di fermare il mondo e stare lì, gambe incrociate e faccia al sole in un momento che non spreca parole.
Non ho desiderio di scarpe nuove, di vestiti, di ristoranti, di Social, di altro rumore..
Mi basta guardarli insieme, nell’espressione di una libertà mentale che vorrei riuscire a distillare.
Loro guizzano come pesciolini e, tra una pausa e l’altra, fanno discorsi così assurdi da essere illuminanti.
Loro se ne fregano delle ginocchia sbucciate, dei capelli arruffati, della giacca sporca.
Fanno “ciò che mi va’, quando mi va’, come mi pare”.
Chiaro, nel limite dei confini che ognuno di noi deve rispettare..
Ma se tu li ascolti a modo ogni tanto lo dicono: “Sono felice”.
Quando siete felici, fateci caso.
Perchè un pensiero pronunciato, diventa reale.
Noi adulti dichiariamo molto più facilmente il malessere, la sfortuna, la paura.
Dicono che faccia “più rumore un albero che cade di un’intera foresta che cresce”.
Sono d’accordo.
Molti alberi sono caduti in questa mia vita ma la foresta è ancora viva e ha bisogno di essere nutrita.
Posso scegliere: piangere sui tronchi spezzati o coltivare i nuovi germogli.
Me ne frego che i primi siano più grandi, io voglio avvicinare la testa al suolo e guardare solo i secondi mentre prendono forma e colore.
Voglio che siano alberi che non mi aspetto e odorino di ciò che non ho mai annusato.
Sì, avete ragione, la vita è dura, pensate davvero che non lo sappia?
Sono più le volte in cui ci si sente col sedere per terra rispetto a quelle in cui si è in vetta alla montagna a contemplare il panorama.
Ma quelle volte esistono: date a loro tutto il rumore che si meritano e, quando arriva la botta, chiudete la bocca, non fate da cassa di risonanza, ribellatevi!
Oggi sono felice.
E’ arrivata una telefonata sorprendente, la bilancia non mi ha sfanculata, ho passato ore a perdermi..
Ho riso alle lacrime con un’ amica, ho mangiato il mio piatto preferito, ho cantato a squarciagola per strada prendendo della pazza (chissà perché le persone si stupiscano tanto a vedere esseri umani felici).
Ho scelto di non farmi distrarre da ciò che non funziona.
Che si scelga qualcun altro, oggi non ho tempo per chi non è “bel tempo”.
Non ti sta bene?
Sta bene a me.
Ti piace l’idea?
Stai con me.
Forse prima si sorride e dopo arriva la gioia.
Forse prima si canta e dopo arriva la musica.

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