Tempo di cambiamento

Il Cambiamento e le cadute della vita

Sul tema cambiamento Snoopy è stato il mio più grande maestro.
Prima di ridere ricordatevi che la frase: “Se non ci piace dove stiamo, possiamo spostarci, non siamo alberi”, è sua.

Nella mia vita ho sempre pensato che sarei diventata una psicologa specializzata nell’aiutare bambini, che avrei sposato un uomo ricco, che avrei vissuto di fianco al mare e che sarei stata sempre più cicciottella che magra.

Bene, così è stato: non sono ancora longilinea.
Il resto?
Avessi azzeccato una cosa!

Nulla si è rivelato come me lo ero prefissata e, a distanza di tempo posso dire che sono disposta ad accettarlo.

Sono successe così tante cose nello scorrere dei miei anni, che lo spazio per rimanere fedele al programma iniziale, si è esaurito.

In realtà ad un certo punto mi sono venduta il programma per un pugno di scarpe col tacco e ho smesso di lottare per crescere.

Male non stavo e sinceramente pensare a qualcosa di diverso avrebbe richiesto uno sforzo che non mi interessava compiere.

Così, in un’esistenza che a dirla tutta così malaccio non era, ho passato il tempo a farmi anestetizzare dalle risate del venerdì e dai “programmi spazzatura” durante le sere dei restanti giorni della settimana.

Poi ho dovuto capire che “il momento più pericoloso è proprio quando crediamo che ciò che abbiamo sia il massimo a cui possiamo ambire”.

Attenzione, non sto dicendo che essere felici per ciò che si ha sia sbagliato, sto solo dicendo che se dentro di noi esiste una forma differente che, per pigrizia, si lascia rinchiusa, questa forma prima o poi comincerà a mordere e la si ascolterà solo quando le cose prenderanno dimensioni inaspettate e non saranno più nel nostro controllo.

A quel punto capiterà di incespicare, di farsi anche male ed è allora che, come uno schiaffo a mano piena, arriverà forte l’esigenza di cambiare.

Il cambiamento arriva come ti arriva la fame, dopo ore che ti sei permesso il lusso di non mangiare.
Spesso è travestito dei panni delle persone che non riesci più a capire, di situazioni che non sei più capace di gestire, degli attimi in cui non hai più voglia di canticchiare.

Una vocina flebile, bambina, però continua e martellante che se ignorata arriva a bussare fin davanti alla tua porta, dentro i vestiti grigi di un uomo adulto e forte con cappello a cilindro e voce baritona.
“Buona sera, mi presento, sono Lord Cambiamento”.
E tu lo guardi scioccata e pensi: ok, non sono pronta.

E arriva in tanti modi: un matrimonio fallito, un’ amicizia perduta, problemi economici, problemi di salute.

Così tu, dopo un bel pianto raggomitolata sotto l’ultimo strato del piumone invernale, tirando ancora su col naso, decidi di uscire, di lavarti la faccia -un po’ di rimmel e correttore non fa mai male- ed affrontare il mondo.

Nella maggior parte delle persone la resistenza al cambiamento, si manifesta quando la necessità di modificare delle abitudini non è così impellente: va bene così, ci si accontenta.

Poi arriva “Il grande Crash” e allora bisogna cominciare a sconvolgere tutte le regole del gioco.

Le mie cadute sono state colossali, acrobatiche, rovinose.
Penso di essermi anche sbeccata lo smalto delle unghie più di un paio di volte (questa è la parte che ho detestato di più).

Ma sono state anche una manna dal cielo, una scossa del destino, una nuova possibilità.
Sono molto grata alle mie cadute.

E adesso decido, con tutta l’intenzione di cui sono capace che cadrò come mi pare, per le decisioni che formulo e mettendo sul piatto tutto ciò che voglio essere (inoltre per un po’ non metterò lo smalto).

Voglio trasformare la mia vita in una barca che usa il vento contrario per modificare la direzione e non più accanirmi su una meta che forse, non è più quella giusta per me.

Questa mattina parlavo con una persona che conosco da anni, una bella persona che è dentro ad un vortice che non si è scelto.
La frase che ci siamo detti, concludendo l’incontro è stata:
“La vita ti da ciò che le tue spalle sono pronte a sopportare”.

Bene, sono pronta.
State pronti a cambiare anche voi, non smettete di essere capaci di farlo, inseguite ciò che siete e non che eravate quando avete dipinto il primo quadro del vostro progetto.

Non vi anestetizzate mai.
Buon cambiamento a tutti.

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