Una gabbia

La libertà ha sempre un prezzo

La libertà ha sempre un prezzo, Federico, e questa nostra convivenza forzata nasce dal fatto che non lo vogliamo pagare.
Passo le giornate dentro una bolla dall’ossigeno contingentato che si chiama vita, persa tra oneri lavorativi, appuntamenti, riunioni, tempo da dedicare a nostro figlio e, quando arrivi a casa, vorrei nuovamente scappare.
Sei magro Federico e, in parte, è anche colpa mia.
Sei magro, ma la tua presenza mi fa’ soffocare.
Parlo da sola nelle stanze e tu mi chiedi cosa abbia detto.Immagine incorporata 1
Io vorrei solo poter parlare senza nessuno che mi possa ascoltare.
Da giovane avevo il terrore di stare da sola, adesso è l’unica cosa che mi farebbe ricominciare a respirare.
Stiamo sacrificando i polmoni a questa storia e tu puoi ammettere che non stai bene perché sono passati anni, Federico, sono migliaia di attimi preziosi che mai più ci restituiranno.
Sono rughe sui nostri volti, sono nodi in gola e viscere attorcigliate.
Sono pianti nascosti ,da gestirsi in bagno, per non farli vedere a nostro figlio.
Sono soldi in più certo, ma che cavolo sono quei maledetti pezzi di carta sporca quando devi comprare, fumare, bere, divorare e “ridere a salve” per non sentire il vuoto che ti inghiotte giù e riduce tutto ad una felicità di carta straccia?
Ma ti ricordi come eravamo?
Rammenti tutti i momenti persi a tenerci per mano, le risate vere, la voglia di stare insieme, la gioia di ritrovarci la sera dopo una giornata di lavoro?
Ti ricordi che, io e te, abbiamo fatto anche l’amore?
Ti rendi conto della voragine che esiste tra i noi di oggi e quelli di allora?
Per me, non sono neanche più le stesse persone..
Per quanto tempo ancora mi farai divorare dal tempo?
Quante volte dovrò riprendere lo stesso discorso ed infliggere ferite ad uno ed all’altro?
Quanto cattiva vorrai vedermi prima di aiutarmi a fare la cosa giusta?
Sono stanca.
Tu sai che detesto le bugie e questa situazione non è coerente.
Tu le vedi le sbarre al di là del tuo viso?
Quando arriverai a capire che a volte nella vita le cose non si scelgono, accadono e basta e bisogna lasciarle andare?
Preferisco una vita a pane e cipolla piuttosto che questa finzione apparentemente equilibrata, tenuta in piedi con le membra sempre in tensione e uno sforzo da Ciclopi.
Ho male alla schiena, lo sai?
Tutto lo sport che faccio, non riesce più a sfogare la rabbia e la frustrazione.
Federico, possiamo rimanere gli amici che siamo?
Possiamo continuare a volerci bene senza andare oltre a ciò che minerà anche il nostro preziosissimo affetto?
Abbiamo detto “nella buona e nella cattiva sorte”: ebbene, le abbiamo superate tutte le cose brutte e tu lo sai.
Non c’è cosa che non abbiamo risolto a prescindere del prezzo da pagare.
Non ci siamo mai abbandonati quando era ora di combattere schiena a schiena.
Nessuno dei due è scappato dalla battaglia dell’altro.
Io non l’ho fatto..E neanche tu.
Ma ora è tutto a posto, siamo salvi, sei salvo.. Ed ho bisogno di respirare.
L’assenza dell’Amore è una cattiva sorte troppo immensa, perché noi possiamo opporvi resistenza.
Accettiamolo.
Se mi vuoi bene, lasciami andare, non farmi ammalare..
Se ti vuoi bene vai, trova il tuo orizzonte migliore..
Ce lo meritiamo entrambi.
Ti tengo comunque a distanza di mano, non vado lontano..
Ti voglio bene, per sempre.
Giulia

2 commenti
  1. Barbara
    Barbara says:

    Quanta verità e quante cose in comune tra la vita di Giulia e Federico con molte altre vite…. amarsi vuol dire anche lasciarsi andare a vite diverse…io con questo “addio” litigo quasi quotidianamente….

    Rispondi

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