ortiche

Smettila di pestare ortiche!

L’altro giorno, per la prima volta nella mia vita, sono andata a funghi.
A parte il dettaglio imbarazzante riguardante il fatto che non ne potrei trovare uno neanche se me lo segnalassero con frecce luminose e trombe da stadio, mi sono resa conto che stavo vivendo una piccola metafora della vita.
(“Tutto il mondo intero è la metafora di qualcosa?” Cit. Il postino).
Il tragitto erboso che portava al bosco, era costellato da cespugli di ortiche; verdi, rigogliose ed estremamente “pizzicanti” .
Quel giorno non mi sono punta ma, solo perchè mi hanno avvertita per tempo.
L’ortica non uccide, il fastidio che causa non rimane a lungo sulla pelle ma è una pianta comunque antipatica da toccare; un po’ come le schifezze che devi passare nella vita per imparare che, se non presti attenzione a dove metti i piedi, continuerai a farti male.
Il suo effetto negativo non è così grave da causare danni perenni ma è abbastanza fastidioso da farti perdere la concentrazione su ciò che volevi ottenere.
Così, invece di tornare a casa con un cestino di funghi ed un bel sorriso in bocca, te ne torni a mani vuote, con le gambe pruriginose e la bocca piena di brutte parole.
Tutto questo per dirti che bisognerebbe cominciare a capire dai propri errori, anche da quelli piccoli.
Benchè non esista quasi nulla di irreparabile, a detta di una cara amica, se sopra le ortiche ti capita di farci pipì, per una manciata di minuti, la definizione di irreparabile è molto vicina a ciò che si sente in quel posto in cui non batte spesso il sole.
In questo periodo che giudico un po’ “strano” della mia vita, mi sono finalmente rotta di essere diventata così Naif.
Mi sono rotta della presunzione che ho, del non guardare dove sto appoggiando i piedi perchè conto sempre sul fatto che “tanto ho le spalle larghe” e il tempo per rimediare.
Vero, ma se nel gestire le nostre cadute sulle ortiche, non troviamo più il tempo per raccogliere i funghi, mi spiegate cosa mettiamo sulla nostra tavola domani?
A me, domani, andrebbero funghi fritti; chiuso il discorso.
Quindi il tempo per vagare è finito, si torna a guardare dove si mettono i piedi.
Anche perchè, mi spieghi che senso ha fare errori se non impari da essi?
Così ieri ho messo in fila un po’ di cose, ho ammesso scivolate imbarazzanti e mi sono perdonata per tutte le ortiche che sono andata a pestare negli ultimi mesi.
Vuoi tornare a sentirti bene?
Guarda dove cammini!
Non accontentarti più; hai tempo fino al tuo ultimo battito di ciglia.
E se anche non ci arriverai in fondo, morirai da cercatore d’oro e non da “pestatore di ortiche”.
Inoltre, se proprio con le ortiche ci vuoi avere a che fare, fai come si fa qui a Modena: vacci con un paio di guanti resistenti, strappale tutte da terra e domale, lessandole, per farci degli ottimi tortelloni.

” I want more, impossible to ignore”

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