Storia di Giulia

Storia di Giulia: DIECI

Chiara è la moglie, la moglie di “Lui”.
Sono giorni che si sente come dovesse camminare sulle uova; lui è nervoso e anche violento a tratti.
Non l’ha mai picchiata, quello no, ma la violenza non è solo fisica.
Violenza è anche manipolazione, umiliazione, prevaricazione psicologica.
Chiara ha sempre amato tanto quell’uomo per come la faceva sentire protetta, al sicuro e senza il bisogno di dover prendere troppe decisioni.
Lei si occupava dei bambini e della casa, lui di tutto il resto.
Non era stupida Chiara ed aveva capito che fuori poteva esserci anche un’altra donna ma, con gli occhi chiusi ed il naso tappato, era andata avanti, accontentandosi di quel mix di ruoli che per lei erano tutto ciò che contava nella vita: moglie e madre.
Nei periodi in cui lui rientrava tardi, fornendole spiegazioni banali e gettandosi sotto la doccia appena varcata la soglia di casa, era addirittura più simpatico e gentile del solito.
L’abbracciava, la viziava, le comprava molti regali e non la faceva mai sentire stupida o inutile.
Adesso sì.
Adesso lo faceva continuamente.
– Sapessi almeno cucinare – Aveva mugugnato, gettando il contenuto del suo piatto nella spazzatura per poi allontanarsi verso il divano a controllare, per la centesima volta quella sera, lo schermo del suo cellulare.
Lei aveva continuato a mangiare, con l’umiliazione camuffata da un sorriso troppo profondo per essere vero; non voleva che i bambini assorbissero quella tensione tra di loro.
– Prendetevi una donna che sappia cucinare, bimbi, tanto prima o poi, diventano tutte vecchie, grasse e brutte –
Chiara aveva riso, in modo forzato, solo per coprire la dolorosa gravità di quell’affermazione.

Chiara ora è a letto, silenziosa, che si spalma la crema per le mani.
Lui si sta lavando i denti e ne può ammirare la schiena nuda, definita da muscoli ed ombre in movimento.
Dopo la cena, non si sono più rivolti parola; lui ha guardato la partita, lei ha letto un romanzo, sdraiata sul letto coniugale.
Lui arriva, la guarda in volto e le accarezza la faccia.
Non ha un bello sguardo, non sono occhi gentili quelli.
La bacia con forza, tirandola dalla nuca col palmo della sua mano.
Lei sa che quello non è un bacio d’amore e che non dovrebbe provare quel piacere perverso che prova tutte le volte che Lui la tocca.
A Chiara Lui è sempre piaciuto tanto fisicamente e non soltanto per la sua innegabile avvenenza o per gli occhi profondi, così capaci di scavarti tra le viscere..
E’ per la sua sicurezza, il suo modo di muovere il corpo attraverso gli spazi come fosse un elemento necessario al mondo.
Lei cede al suo bacio.
Lui le mangia le labbra.
Lei continua ad accogliere la sua bocca, col capo un po’ chino, come le prede, quando si arrendono al loro aguzzino.
Lui la spoglia con decisione; Chiara lo lascia fare.
Lui la tocca ovunque, la morde ovunque; Chiara lo lascia fare.
Lui la porta verso di sé, per consumare più velocemente il suo desiderio di “arrivare”, poi, una volta sfruttatone tutto il corpo, senza nessun riguardo per la gratificazione di lei, mugugna la sua soddisfazione.
Ecco che si tira indietro, tutto sudato e, chiudendo gli occhi, le si sdraia accanto.
Lei si sente depredata ma lo abbraccia , quasi materna, come a voler lenire, prima della sua, la tristezza di Lui.
Lui la lascia fare, anzi, appoggia la sua testa sul seno ancora nudo di lei, quasi a farsi consolare.
Certe situazioni, hanno del patologico oltre che del folle e dell’incredibile.

-CONTINUA-

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