E fatevela una risata!

E fatevela una risata!

E fatevela una risata, che anche i dentisti hanno diritto di lavorare!
Io lo so che non sempre è possibile ridere di tutto, che avvengono cose che ci sconvolgono l’esistenza ma non credo davvero che ci sia tutto questo diritto a corrugare continuamente la fronte.
Ultimamente la frase che sento più spesso comincia con ” Il mio problema è che..”.
Ci sta.
Tu hai un problema, io ho un problema, tutti hanno un sacco di problemi (siamo in quattro, io con te, tu con me, noi di sopra, voi di sotto).
Sarà che vivo con due bimbe ancora piccole e da loro imparo quotidianamente che quasi tutte le sfighe (a parte la bolletta del gas), possono essere spazzate via da una risata, sarà che detesto la tristezza come religione, sarà che vedo così tante cose brutte accadere a persone che davvero potrebbero piangere per ore..
Sarà che penso che l’ironia sia una forma estrema di intelligenza, che pochi sanno sostituire a polemica, sarcasmo e cinismo..
Sarà che, smaltito il primo attimo di grigiore mi piace vedere ogni problema come fosse un nuovo rebus da risolvere..
Io quando sono triste mi vergogno, quando piango mi sento ridicola, quando piange qualcun altro mi si spezza il cuore.
Alla tristezza preferisco le zanzare d’estate, le cimici d’autunno, la nebbia d’inverno (ed è tutto un dire).
Alla tristezza preferisco sbattere il mignolino contro lo spigolo del divano, preferisco il mio vestito in saldo che manca della taglia giusta, preferisco un brufolo sul naso , preferisco addirittura un chilo in più sulla bilancia (due no, non esageriamo).
Ci prendiamo tutti troppo sul serio e già mentre lo facciamo ci dovrebbe scappare una risata.
E facciamocela sta cavolo di risata che per piangere avremo tempo verso la fine del nostro viaggio!!
Manco fossimo il Papa, il presidente degli Stati Uniti o Gundalf del Signore degli Anelli.
“Non c’è un cavolo da ridere” potresti rispondere ed io, sinceramente, non posso che darti ragione.
Ma è proprio qui che ti voglio; quando non c’è un cavolo per cui essere grati o felici e tu ci provi lo stesso, in barba alla vita, in barba agli imprevisti ed in barba alla barba di Gundalf che, con sta moda, ha fatto fallire tutti i barbieri Hobbit del suo villaggio.
E’ qui che ti voglio: nel bivio tra un sorriso veramente difficile da stirare sulla faccia e l’ennesimo lamento che esce liscio dalla bocca..
Chi ti ama prenderà entrambi con la medesima devozione, ma, a meno che non si tratti di qualcosa di estremamente grave, dentro di te potrai sempre scegliere chi  essere tra due diversi tipi di persone:
l’essere umano perennemente arenato che aspetta qualcuno che gli tenda la mano per trovare la forza anche questa volta o l’essere umano  provato, che si tira su in piedi , per tendere quella mano a chi ha più bisogno di lui di una risata,  per esser rassicurato.

E tu, tra i due, chi decidi di essere?

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