I rospi da ingoiare

I rospi da ingoiare, la ragazza, il Merlo Rosso

Se baci i rospi, questi si trasformano in principi mentre, se li mangi, ti viene solo un bel po’ di mal di stomaco.
Dal momento però che il Principe Azzurro non esiste (o comunque Dio ci scampi da un uomo che gira in calzamaglia), è più probabile che i rospi ce li dovremo mangiare e potrà accadere, che siano piuttosto grossi.
C’era una volta una ragazza che non cercava rospi da baciare, voleva vivere di ciò che poteva guadagnarsi e difficilmente accettava compromessi “gratuiti” o scorciatoie, perché sapeva che, dietro qualunque cosa gratis, si nasconde spesso il peggior prezzo da pagare.
Sappi infatti, caro lettore, che chi non vede più nella scorciatoia il suo costo reale, probabilmente nel percorso ha già perso molta parte di quanto gli sia stato dato in dote. Abbi quindi tenerezza per lui.
Comunque, proseguiamo con la storia.
Questa ragazza adorava sostare sulle rive di uno stagno a guardare le ninfee adagiate sul profilo dell’acqua immobile e ad ascoltare le fronde degli arbusti parlare col vento.
Aveva trovato diversi amici tra gli animali del luogo, in particolare un vecchio Merlo Rosso, che, ad ogni sua tristezza, era sempre presente nel carezzarla con una melodia eccezionale.
Ogni tanto però le accadeva una cosa spiacevole: un rospo spuntava all’improvviso dallo stagno e le volava dritto sulla bocca, causandole forti conati di vomito.
La ragazza si interrogava spesso se avesse dovuto abbandonare il suo luogo preferito ma, non amando le scorciatoie,  la risposta era sempre la medesima: non avrebbe rinunciato a qualcosa che le cagionava così tanta gioia per una parentesi di fastidio.
Non avrebbe permesso ai rospi, di non farle vedere quanti meravigliosi amici avesse guadagnato in quel tempo concessole sulle rive del magico stagno.
E fu così che, continuando a rimanere in quel luogo, in compagnia della musica del suo Merlo Rosso, scoprì che dietro di sè, numerose api, stavano costruendo un alveare ed i rospi volevano semplicemente arrivare a cibarsene.
Così, in quel luogo fatato, ad addolcirle il soggiorno, arrivò addirittura il miele!
Anche se non conosci questa favola, caro lettore, tu sai benissimo quanto a tutti noi capiti di ingoiare dei rospi e, anche cambiando stagno, quanto questo continuerebbe ad accadere.
Non permettere però a quei rospi di buttarti lontano da ciò che sei, da coloro che ti amano e da chi vuoi diventare.
Non barattare per nulla al mondo i pezzi più preziosi della tua dote umana e soprattutto: non permettere alle cose brutte di non farti vedere quelle belle che ti circondano.
A conti fatti devi “solo” diminuire l’ingerenza negativa dei rospi su di te.
Quindi cambia posizione senza rinunciare al tuo stagno e soprattutto senza uccidere i rospi che, evidentemente, stanno provando a comunicarti qualcosa.
Perchè non ti volti per capire dove essi vogliano andarsi a scagliare?
Cosa c’è nascosto dietro la tua nuca?
Cambia prospettiva.
Ci sono cose che non vedi se non le cerchi e persone che non ti parlano se non le guardi..
E soprattutto, prima di cominciare a volere qualcosa di più dagli altri, comincia tu per primo a fare la cosa più ovvia:
chiudi la bocca.

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